Bresaola+Piuro+Maggio+2021-042

Un’insostituibile compagna d’avventura: la Bresaola della Valtellina IGP. Una selezione di dieci itinerari nel cuore della Valtellina. Paradiso naturale tra i più suggestivi d’Italia, affidata all’esperto di territorio e guida turistica, membro dell’Associazione Guide di Valtellina, Luca Bonetti. Ecco i primi cinque.

Destinazione bresaola, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo del 27 settembre 2021. Dieci itinerari meravigliosi e altrettanti dieci sfiziosi panini ideati dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina. Con il contributo del food blogger Alex Li Calzi. Dieci sperimentazioni adatte a tutti i palati e a tutti i piedi, da assaporare all’aria aperta, immersi nei paesaggi mozzafiato di questa valle. Una vera gioia per gli occhi, la gola e il cuore.

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ANELLO PANORAMICO DELLE CASCATE DELL’ACQUA FRAGGIA – SAVOGNO

Difficoltà E – lunghezza 3,6 km – dislivello 490 m
2 ½ h
da marzo a novembre
Piuro, Borgonuovo

Acqua fraggia

Si parte alla base delle imponenti cascate, dove, tra i prati alla loro destra, un sentiero attraversa un piccolo torrente. Da qui, sulla sinistra, si è in prossimità delle ultime case della contrada Sarlone; ancora a sinistra, lungo il sentiero tra i fitti boschi, si sale rapidamente al primo salto delle cascate, agevolmente percorribile grazie alle scale che coprono alcuni tratti. Al secondo salto, è possibile ammirare da appositi punti panoramici il paesaggio in tutta la sua magnificenza. E su fino al secondo
bivio, da dove, a sinistra, un ponte di corde introduce al lato opposto del torrente, per prendere la destra a una seconda biforcazione. Tornati sul versante originario dopo aver attraversato un altro ponte, ci si ricongiunge al sentiero acciottolato che porta a Savogno (m 932 s.l.m.). Si apre quindi alla vista uno straordinario panorama dal sagrato della chiesa, da cui addentrarsi nell’esplorazione del borgo, ricco di scorci e suggestivi particolari. Finché la discesa, comune per un primo tratto alla salita, continua sul sentiero acciottolato principale, prima per i Crotti di Savogno e poi per le Stalle dei Ronchi; per chiudersi infine a Sarlone, punto di partenza. Il panino consigliato? Mozzarella di bufala, meleanzane, olio, bresaola.

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ANELLO NELLA RISERVA NATURALE DELLE MARMITTE DEI GIGANTI

difficoltà T – lunghezza 3,9 km – dislivello 180 m
1 ¼ h
tutto l’anno
Chiavenna, piazza Castello

Marmitta

Eletta a partenza ideale piazza Castello, a Chiavenna, si imbocca via Maurizio Quadrio e, prima di giungere al ponte sulla Mera, si gira a destra in via Poiatengo. Su questo suggestivo percorso tra il fiume, i boschi e le rupi, si arriva a Prosto di Piuro, dove meritano una visita i numerosi crotti, la chiesa dedicata all’Assunta e un laboratorio artigianale di lavorazione della pietra ollare. Dal sagrato a sinistra della chiesa, un ripido sentiero scalinato immette tra i bellissimi boschi, dove si incontrano
le prime testimonianze dell’antica attività estrattiva della pietra ollare: le cave più antiche, qui ancora a cielo aperto. A stupire più in alto, sulle rocce levigate dai ghiacciai, incisioni di epoca preistorica. Giunti al passo Capiola (m 489 s.l.m.), la discesa a Chiavenna offre due itinerari: quello a sinistra, più agevole, lungo il piccolo avvallamento attraverso splendide radure, o quello a destra, dove, salendo al Sasso Dragone (m 520 s.l.m.), ammirare più da vicino quei fenomeni di erosione glaciale che danno il nome alla riserva naturale. La descrizione dettagliata dei principali motivi di interesse è affidata ai numerosi pannelli illustrativi lungo i percorsi. Il panino consigliato? Marmitta: formaggio d’alpeggio, peperoni, salsa di avoca, bresaola.

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LA CÓLMEN DI DAZIO: UN’OASI MEDITERRANEA IN MEZZO ALLE ALPI

difficoltà E – lunghezza 5,7 km – dislivello 390 m
2 ½ h
tutto l’anno
Dazio, cimitero

Colmen

Dal parcheggio presso il cimitero di Dazio (m 557 s.l.m.) si imbocca la strada sterrata a sinistra, che si inoltra tra ampi prati verso la Cólmen (segnavia bianchi e rossi n. 5). Il percorso, nei boschi, passa in località Crotto, salendo deciso verso la cima. Prima della meta, presso alcuni affioramenti rocciosi vicino a una curva, si gode di una superba vista su tutta la media Valtellina, fino a Sondrio e oltre; finché, sulla vetta (m 921 s.l.m.), le radure tra i boschetti ombrosi invitano al meritato riposo. E certo non mancano scorci panoramici sulla valle dal rifugio La Casermetta, che, proprio sulla cima, prende il nome da una postazione militare di avvistamento realizzata durante il primo conflitto mondiale. Per il percorso di ritorno si segue la dorsale del monte verso ovest (sentiero n. 8), dove si incontrano alcuni piccoli laghetti stagionali, essenziali per i numerosi cervi che popolano l’area protetta della Cólmen. Dalla località Böcc, caratterizzata dalle gallerie di scavo delle antiche miniere di ferro, si prende il sentiero n. 6 per ridiscendere il versante nord della montagna fino al paese. Il panino consigliato? Còlmen: scamorza, cipolle rosse caramellate, bresaola.

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SULLA CRESTA TRA ALPE GRANDA E SAN CÈRES

difficoltà E – lunghezza 9,7 km – dislivello circa 850 m
3 h per la salita
da maggio a ottobre e in inverno con la neve
Buglio in Monte, Our di Cima

Alpe Granda

Tra i due maggenghi di Our di Fondo e Our di Cima inizia una strada sterrata che in un’ora circa porta al panoramico balcone prativo dell’Alpe Granda. Lasciando sulla sinistra il piccolo rilievo di Cima di Granda, si prende a destra, dove, risalito il pascolo, si trova il nuovo rifugio Alpe Granda (m 1688 s.l.m.). Una pista si inoltra nel bosco, passando per l’alpe Merla fino ad arrivare, dopo due tornanti, alla parte mediana dall’ampio alpeggio di Scermendone, a cavallo della lunga dorsale che separa la Valtellina dalla parte orientale della Valmasino. Da qui si gode di un panorama spettacolare, che spazia su gran parte della Valtellina e le Orobie a sud, sulle grandi cime della Valmasino a nord, sul monte Disgrazia a est e sui monti della Costiera dei Cèch a ovest. Oltrepassato il piccolo laghetto presso una baita, si prosegue lungo la cresta fino alla meta: l’antichissima chiesa di S. Quirico, qui conosciuta come San Cères (m 2131 s.l.m.). Il rientro prevede lo stesso itinerario. Il panino consigliato? Alpe Granda: bitto, pomodoro, bresaola.

lago palu

IL LAGO PALÙ: UNA PERLA AZZURRA AL CENTRO DELLA VALMALENCO

difficoltà E – lunghezza 8,5 km – dislivello 440 m
3 h
da maggio a ottobre e in inverno con la neve
Chiesa Valmalenco, S. Giuseppe

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Nei pressi del parcheggio della seggiovia di San Giuseppe, si imbocca la strada sterrata che parte dal ponte. Dopo alcuni tornanti tra i boschi di conifere, si giunge in località Barchi, dove il percorso si trasforma in sentiero, correndo per un breve tratto a lato di quella che in inverno è una pista da sci. Piegando a sinistra, si lascia l’ampia pista e, zigzagando per il bosco fin quando la pendenza diminuisce gradatamente, si giunge al traguardo. A ripagare ampiamente la fatica, ecco svelarsi improvviso alla vista il lago (m 1921 s.l.m.), nel quale concedersi, nella stagione più calda, un bel bagno ristoratore. Senza contare l’impareggiabile panorama dal rifugio Palù, sulla sinistra del lago, per chi giunge dal sentiero; mezz’ora di passeggiata lungo le sponde regala magnifici scorci. L’itinerario di rientro prevede due alternative: la stessa strada della salita oppure il sentiero che, al termine della discesa presso il rifugio, sulla destra si inoltra nel bosco passando per le località la Zocca, il Barchetto e Paluetto. Proseguendo da questa bella conca di prati sulla sinistra, ci si ricongiungerà in breve al percorso d’andata. Il panino consigliato? Palù: bresaola, taleggio insalata e pomodorini secchi.